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Fabio... tradito da un tap in

Fabio... tradito da un tap in

Ha riavvolto il nastro di un mese molto intenso, sotto il profilo delle sensazioni personali. Cominciato nella gioia, quando per il secondo anno di fila si è regalato un bel dono di compleanno, vincendo il torneo di Cesena. Proseguendo, di slancio, verso la Tunisia con il chiaro intento di dare continuità a questo stato di grazia. E poi riscoprendo come il tennis sappia essere generoso e d’improvviso avaro. Sempre e comunque vero. Qualcosa che ce lo rende talvolta irresistibile e talvolta odioso.
Stiamo parlando di Fabio Mercuri, marchigiano, che ragiona con una maturità superiore ai suoi 21 anni… senza tuttavia rinunciare alla sua beata gioventù.
Ci avrà pensato, in aereo, tornando da El Kantaoui, villaggio turistico ameno, che gli ha dato sensazioni contraddittorie. Non sono arrivati i risultati desiderati, questo no, ma Fabio è abbastanza grande da capire che non si deve buttare mai via nulla, anche dalle pagine negative c’è sempre da trarre qualcosa di utile, per crescere.
Lui stesso lo racconta: “I primi due tornei tunisini non sono andati benissimo. Ma devo dire che nell’ultimo match disputato e perso al terzo ho avuto decisamente buone sensazioni. E questo mi rende fiducioso. Ho qualche attenuante, alle prime uscite outdoor infatti abbiamo dovuto fare i conti con situazioni ambientali complesse, freddo e vento l’hanno fatta da padrone. E poi non è facile trovare subito la confidenza giusta passando dalla terra alla superficie veloce che negli ultimi anni ho calcato poco e male. Ma non voglio che si pensi che sia una scusa”.
“I futures si giocano sul veloce, e non me l’ha ordinato il dottore… Quindi penso di dovere e volere migliorare su questa superficie, questo significa che devo migliorare nel servizio, che è sempre molto performante in questi casi”.
Dunque che voto ti assegneresti?
“Più che di voto parlerei di crescita nell’atteggiamento. Nell’ultimo torneo infatti, a tratti mi sono piaciuto, ciò che devo fare è limare la mia discontinuità, qualcosa che è indispensabile per migliorare il mio ranking. Devo alzare il mio livello di gioco e così facendo tutto verrà di conseguenza”.
A 21 anni c’è il mondo da comperare… Fabio non si risparmia nell’autocritica. “A volte sul campo cado in un atteggiamento che tende a eccedere nel nervosismo, divento negativo, troppo quando le cose vanno male. Devo migliorare sotto l’aspetto psicologico. Poi c’è quello tattico: e ho già detto di come stia impegnandomi per fare del mio servizio un colpo importante”.
Riflessioni che Fabio ha certamente fatto sull’aereo che lo riportava anzitempo in patria dopo un banale infortunio, niente di grave ma uno stop si è reso necessario, che lo ha colpito nel corso di una improvvisata particella di basket, di quelle cose che servono per stemperare le attese, le monotonie e le pause ai margini del circuito. Via, non fate i bacchettoni: siete o non siete stati ragazzi, una volta nella vita?
Lasciamo Fabio Mercuri alla fisioterapia (“voglio farla nel migliore dei modi per tornare in campo in piena condizione” dice), siamo solo agli inizi. Allacciate la cintura di sicurezza, gracchia la voce degli assistenti d’aereo. E’ l’atterraggio, in terra picena, per ricaricare in fretta le pile e affrontare nuove avventure.